Taha’a con Silvia e Jax

Sabato 23 agosto finalmente arrivano anche Silvia e Jax e andiamo a prenderli all’aereoporto con il Potino. Sono pero’ piu’ di 2 miglia e continua ad esserci tantissimo vento e anche onde dentro alla laguna…per non parlare degli squall che passano spessissimo.

Il pick up è dunque una vera avventura! Abbiamo il motore nuovo e potente per cui, all’andata, saltiamo come molle sulle onde fino a che su una non saltiamo e io vengo ribaltata in acqua. Per fortuna mi tenevo alla cima d’ormeggio di prua e rimango attaccata ma purtroppo perdo i miei amatissimi occhiali da sole – da vista graduati. Tutta fradicia e dolente riprendiamo il trasferimento e inizia pure a piovere. Insomma arriviamo all’aereoporto in uno stato pietoso. Comunque siamo tutti cosi felici che non ci facciamo caso.

Il viaggio di ritorno in 4 è lunghissimo e arriviamo tutti fradici, compresi i bagagli che avevamo tentato di proteggere dentro a dei sacchi della spazzatura….per fortuna nulla di irrimediabile. Solo i miei occhiali aghhh!!

Il tempo è sempre molto variabile con fortissimo vento per cui non torniamo a terra per cena ma ci limitiamo ad un primo snorkeling fra i boomies qui

Domenica 24 agosto. Alle 7.30 passa Deniz a prenderci con il suo tender piu’ potente e andiamo a terra dove abbiamo appuntamento con il diver per due immersioni. Ci porta in macchina al centro che è sul lato ovest dell’isola e da li con la barca attraversiamo la laguna e usciamo dalla passe. C’è sempre tanto vento e onde e fa anche un po’ freddo. Facciamo due immersioni nello stesso posto sul bordo del reef dove c’è una grandissima visibilità e vediamo squali e tanti altri pesci. Torniamo pero’ tanto infreddoliti.

Nel pomeriggio decidiamo di spostarci sul lato ovest di Ta’ha per essere un po’ piu’ protetti da questo ventone che viene da est e che è dato anche in aumento. Durante la manovra di “lasciamo la boa”, l’odiata cima di ormeggio con catena causa il piegamento della battagliola di prua: piccolo danno che poi sistemiamo facilmente.

Andiamo a buttare l’ancora nella baia di Tapuamu che in effetti è molto protetta e vi troviamo anche Sovmorgon che subito invitiamo da noi per un romanticissimo aperitivo al tramonto, una buona pasta alla carbonara e anche una game night (che vincono loro, come sempre).

lunedi 25 agosto

Ci svegliamo abbastanza presto e andiamo con il tender in una baia vicino segnalata su NoForeignLand per lo snorkeling con le mante. Ci mettiamo un po di tempo ma alla fine ne vediamo una ENORME. Noi la seguiamo ma anche lei ci vola intorno e non sembra per nulla spaventata. La visibilità non è ottima ma d’altronde loro cercano proprio zone piene di plancton e qui alla mattina è pieno. Dopo un po’ pero’ ci richiama una signora dal moletto e ci dice di andarcene perchè qui le mante sono protette e bisogna stare a 5 metri di distanza e non ci si potrebbe immergere e che se non ce ne andiamo chiama la polizia. Noi ce ne andiamo. Le mante adorano i coralli che sono qui perche’ sono delle grandi cunette ruvide e loro possono grattarsi la pancia.

Facciamo poi pranzo e cena al baretto Fare Miti che è stato costruito sopra ad un barcone tradizionale ed è collegato a terra con un moletto. Propone un menu molto limitato ma davvero buono.

martedi 26 agosto

Oggi giro dell’isola in scooter. Il ragazzo del rental ci viene a prendere con una macchina alla testa del pontile e ci porta nel paese a nord dove la carinissima fidanzata ci assegna gli scooter. E’ una coppia molto carina che dopo l’università e aver iniziato a lavorare a Papeete hanno deciso di trasferirsi qui dove la nonna gli ha lasciato un po di terra e hanno un solo bungalow che danno in airbnb.

Facciamo il giro in senso orario e per prima cosa andiamo a vedere una delle tante officine di produzione della famosa vaniglia di Tahiti.

A “La vallee de la vanille” ci accoglie una gentilissima signora che ci spiega in ottimo inglese tutto il processo di lavorazione: dal fiore che deve essere impollinato, alla raccolta delle bacche che devono seccare ma molto lentamente, al massaggio delle bacche che devono diventare flessibili fino ad arrivare alla misurazione delle stesse. Non si butta via nulla e si possono utilizzare come aromatizzanti in alcohol o altro, oppure tritate per farne una polvere o un the, oppure schiacciate per farne una pasta. Noi comperiamo ovviamente delle bacche

Ci godiamo un buonissimo pranzo al Tahaa Maitai e poi risaliamo in sella e scolliniamo le montagne con i nostri cinquantini che sembrano doversi fermare da un momento all’altro.

Arriviamo alla Pearl Farm Champon che è la piu’ rinomata dell’isola e si trova all’imboccatura del golfo in un posto davvero molto bello con alti alberi. Anche qui una ragazza molto appassionata ci spiega il processo di formazione delle perle (che noi avevamo già visto a Fakarava…vedi qui) e poi ci porta nello show room dove ci fa vedere perle bellissime di colori che vanno dal verde al porpora e dimensioni eccezionali. Costruiscono gioielli davvero belli ma è tutto tremendamente caro e non comperiamo nulla.

Ci fermiamo per un veloce gelato in un’altra vanilla farm ma ci dobbiamo accontentare di quello al cocco perchè hanno finito quello alla vaniglia e poi risaliamo sui monti e riscendiamo fino alla nostra baia dove andiamo a vedere la distilleria del rhum Mana’o. Anche qui una ragazza molto appassionata ci racconta del brand Mana’o.

La canna da zucchero non è molto diffusa in Polinesia anche se qui è molto noto il Maita’i, famoso cocktail tropicale a base di rum, curaçao, sciroppo d’orzata e succo di lime, creato negli anni ’40. Questa azienda ha pero’ trovato il modo di coltivare una particolare specie di canna. Le canne devono essere raccolte a mano, al fresco delle prime luci dell’alba, per essere poi trasferite direttamente alla pressa. Poi il succo viene fatto fermentare aggiungendo un lievito biologico e quindi i tini vengono inviati a Tahiti in goletta per essere distillati in un alambicco discontinuo. Tuttavia, quando si ha voglia di sperimentare, il fermentato viene distillato direttamente a Taha’a, in un tradizionale alambicco Holstein soprannominato Jecky.

Questo distillato viene poi inviato a Rangiroa, dove invecchia lentamente in botti di rovere per preservare tutti gli aromi. Dopo nove mesi o un anno, si ha finalmente il famoso rum ambrato. Questo processo può richiedere molto tempo, ma conferisce al marchio il suo speciale sapore legnoso.

Facciamo dunque la degustazione di rhum bianco, ambrato e anche di un buonissimo gin…. qui invece facciamo acquisti, ovviamente.

Riconsegnamo gli scooter e riusciamo anche a trovare un bidone dove lasciare 3 sacchi della spazzatura (li avevamo lasciati nel potino, non ce li siamo portati in giro per tutta l’isola).

Cena in barca e pianificazione dei prossimi giorni a Bora Bora

3 Comments

  1. Luciano Bertuzzi

    Bora Bora…il paradiso terrestre 😳

  2. John & Kendra Malloy

    Have an amazing time! Thank you for sharing all the details of your adventures! I am sure the mopeds were easier to drive after the rum tasting! Stay away from the Manta Rays! You might end up in jail! Hugs & kisses 🙏🏻❤️😎 John & Kendra

  3. Anna

    che incredibili avventure! Mi fate sognare tra piccole disavventure divertenti e momenti magici con creature bellissime e una natura travolgente! Mi fate provare la magia dei momenti da ragazza quando leggevo Salgari 🙂

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