mercoledi 27 agosto

Molliamo gli ormeggi a Ta’haa e andiamo a Bora Bora che dista solo 25 miglia.

Appena fuori dalla passe mettiamo in acqua le due canne che lasciamo fino all’ultimo momento ma non peschiamo nulla …. che ci abbia abbandonato la fortuna? Non vediamo nemmeno le balene! Pero’ abbiamo un bel vento di poppa che ci fa alzare il blue water runner.

L’avvicinamento all’isola è veramente emozionante perchè si vede l’imponente montagna Otemanu che ha la forma di una manta che si scaglia sull’orizzonte.

I primi abitanti dell’isola furono i Polinesiani nel IV secolo d.C. (la chiamarono Bola Bola) mentre gli europei arrivarono nel 1722. Dopo aver vostituito un regno locale, Bora Bora divenne protettorato francese e annessa alla Francia nel 1888. Quando nel 1941 il Giappone attacco’ Pearl Harbor, gli Stati Uniti entrarono nella Seconda Guerra Mondiale e la posizione strategica di Bora Bora, la baia profonda di Faanui e il fatto che avesse solo un pass facilmente controllabile, la resero la candidata ideale per la loro base militare: costruirono una pista d’atterraggio (che fino al 1963 rimase l’unico aereoporto in Polinesia Francese), installarono cannoni nei punti strategici (ancora oggi visitabili), crearono strade e un molo.

Noi entriamo dall’unica passe in tarda mattinata e cerchiamo una boa libera davanti allo Yacht Club ma sono tutte occupate per cui andiamo a prenderne una di quelle dietro al motu di ingresso sulla destra (ormeggio n. 1) ed è stata un’ottima scelta.

A Bora Bora si puo ormeggiare solo alle boe e passano dei barchini ad esigere il pagamento di circa 50 euro per giorno, ma se fai piu’ di un giorno si scende a 40 euro. Gli stessi barchini passano poi il martedi e il sabato a ritirare la spazzatura: gran bel servizio!.

Dicevo dunque che il campo boe num. 1 è una meraviglia: l’acqua ha dei colori azzurri e verdi quasi fosforescenti e siamo proprio in vista perfetta della iconica montagna. L’unico problemino è che abbiamo solo un metro d’acqua sotto la chiglia e quando giriamo sfioriamo anche dei boomies per cui dormiamo con un po’ di patema.

giovedi 28 agosto

Andiamo a fare snorkeling verso la barriera dove abbiamo visto parecchie barche dei giri turistici. In effetti c’è un po di gente ma appena scendiamo dal tender, in un metro d’acqua, siamo circondati da squali e razze che gironzolano fra le gambe di noi umani. Evidentemente sono abituati e qualcuno gli allunga del cibo comunque vedere questi animali tranquilli da cosi’ vicino è davvero emozionante.

Subito dopo pranzo lasciamo la boa “da angoscia” e facciamo il giro della laguna in senso orario fino all’ormeggio num. 2. La laguna ha una profondità di circa 20 metri ed è segnalato un percorso a zig zag che è davvero rischioso seguire. Per cui seguiamo i consigli locali e manteniamo una rotta nell’acqua bassa ( a volte bassissima) che costeggia le palafitte dei resort costruiti sui motu esterni. Certo che pagare migliaia di euro per avere la camera sull’oceano e poi hai le barche che ti passano davanti…..

Invitiamo a cena Deriska che sono ormeggiati proprio davanti a noi e Silvia diventa master in baby sitting

venerdi 29 agosto

Siamo stati fortunati e abbiamo preso la boa proprio sul bordo della laguna nella baia di Taurere dove il colore dell’acqua cambia con l’avanzare del sole. Alle 8 del mattino ci passa a prendere la barca del diving center e, velocissima, ci porta sull’angolo nord est della laguna. Ci immergiamo, aspettiamo un poco fra i coralli e poi arrivano. Due mante enorme che volano pacifiche e girano intorno a noi che siamo aggrappati al corallo come spettatori: da rimanere a bocca spalancata (ma non lo facciamo). Questo spettacolo si ripete piu’ e piu’ volte. E’ davvero una magia.

La seconda immersione la facciamo invece all’esterno della passe dove non vediamo pesci grandi ma un’esplosione di coralli bellissimi.

Abbiamo organizzato un bbq sulla spiaggia: c’è un posto semi attrezzato con griglia e tavoli di legno manutenuto da Temanu che qui vive e a fronte del pagamento di 20 euro lascia usare le attrezzature: molto comodo.

Siamo in tanti perchè oltre a noi, Deriska ed Apnea si unisce anche l’equipaggio di 7 spagnoli di Catarsis che abbiamo conosciuto in mattinata (qui la storia): tramonto bellissimo sulla montagna e poi condivisione di cibo e racconti: bellissima atmosfera

sabato 30 agosto

Oggi il tempo è un po’ brutto e si susseguono parecchi piovaschi. Ne approfittiamo per sbrinare il freezer e per pulire il fondo della barca che ha accumulato parecchia vegetazione. Fabio vede una catenella di bollicine uscire dalla placca di raffredamento del freezer che si trova sullo scafo: ecco trovata la perdita ed ecco perchè il circuito non tiene la pressione. Dichiariamo definitivamente morto il freezer e lo sostituiremo completamente in Nuova Zelanda. Qui non possiamo proprio farci nulla.

Nel pomeriggio torniamo a terra solo con Deriska questa volta nel posto di Arii (Arii Motu Grill) dove bisogna prenotare con un giorno di anticipo. Arii è un giovane di circa 30 anni e due anni fa ha conosciuto Paulina, ragazza svizzera che era qui in vacanza. Si sono innamorati e hanno deciso di aprire un posto di ristoro su questa terra dei nonni di Arii. L’hanno attrezzata benissimo con sdraio e tavolini rivolti al tramonto, ping pong, bocce e freccette. Il menu è fisso e molto basico ma l’impiattamento è quasi da grande chef. Per aperitivo servono bottiglie di punch rhum che vanno giu’ che è un piacere. Si puo’ attraversare il motu e si è subito sull’oceano. Ovviamente non è molto economico ma vale decisamente la pena.

domenica 31 agosto

Oggi si fa attività: andiamo a terra per fare una hike sulle colline della parte sud dell’isola. La passeggiata si svolge inizialmente sulla strada ma poi imbocchiamo il sentiero giusto (anche se non segnalato) e saliamo in alto da dove vediamo tutta la laguna. Ad ogni scorcio ci fermiamo e facciamo letteralmente centinaia di foto. Vediamo anche uno dei famosi cannoni americani messi a protezione della base navale.

Vediamo almeno 3 dei resort con le palafitte completamente abbandonati e in rovina: scopriamo poi che le grandi catene usufruiscono degli incentivi e quando poi vanno in attivo e le sovvenzioni terminano abbandonano tutto cosi.

Pranziamo su un magnifico tavolino di uno dei resort con le palafitte che “casualmente” ha anche un negozietto che vende perle dove Fabio mi regala un bellissimo ciondolo prima di tornare in barca. Al tramonto invece ritorniamo da Arii per l’ultima cena insieme a Silvia e Jax e giochiamo a bocce e freccette (Vacirca 2 – Malloy 0)

lunedi 1 settembre

Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno di Silvia e Jax. Certo che sono proprio volati questi 10 giorni. Vogliamo comunque sfruttare il tempo fino all’ultimo minuto per cui si ricompongono gli zaini e con il potino andiamo a terra: decisamente un trasferimento migliore di quello dell’arrivo.

A terra abbiamo appuntamento all’Avis dove ho prenotato una fantastica Minimoke rosa/violetto. Ahhhh ahhhh, davvero buffa! Facciamo il giro dell’isola in senso antiorario e arriviamo al villaggio principale Vaitape dopo andiamo a caccia di souvenirs.

Pranziamo allo Yacht Club e poi accompagnamo i ragazzi al ferry: il biglietto aereo comprende ovviamente il trasferimento all’aereoporto che si trova sul motu esterno. Bye Bye…alla prossima!

Io e Fabio gironzoliamo ancora un po’, facciamo un primo round di spesa, andiamo alla gendamerie per sottomettere la richiesta di uscita dalla Polinesia Francese e poi andiamo per drink e cena al ristorante Saint James (Cook) che con fantastico tramonto.

martedi 2 settembre

Eccoci rimasti da soli in questo paradiso. Andiamo anche noi a fare snorkeling sulla punta del motu dove sembra che proprio ci stiano aspettando una quindicina di sting ray in assetto stile “frecce tricolore” che fanno tanti giri intorno a noi per farsi riprendere.

Un po di lavatrici e poi ultima cena da Arii.

Mercoledi 3 settembre

Ed ecco che ci spostiamo all’ormeggio num. 3 di fronte allo Yacht Club: un altro giro al supermercato e poi andiamo alla gendarmerie per farci timbrare i passaporti per l’uscita dalla Polinesia Francese. Peccato che abbiamo scritto sul form che vogliamo andare alle Tonga mentre alla domanda “dove andate” rispondiamo “alle Samoa” …. e questo non va bene! Dovete essere sicuri di dove andate per cui ripassate domani mattina e vi diamo il form compilato per le Samoa …. sembra unpo’ esageratamente rigido come atteggiamento perchè sinceramente potremmo cambiare idea e voler andare alle Cook…comunque obbediamo e torniamo il giorno dopo a ritirare il form di uscita (si chiama Zarpe) che dice che vogliamo andare alle Samoa … il meteo deciderà.

Comunque dobbiamo ammettere che ci immaginavamo una Bora Bora molto turistica e piena di restrizioni mentre in realtà l’abbiamo trovata ancora autentica, piena di colori e paesaggo grazie ai quale merita la nomea che si porta e mantiene da decenni.

Nel frattempo pero’ rimaniamo ancora qualche giorno in Polinesia Francese a decidiamo di andare a Maupihaa.

6 Comments

  1. John Malloy

    Wonderful stories and photos!! Thanks so much for sharing the journey with us!!

    Xoxo John & Kendra

    Ps – we’ll have to practice bocce and darts when Silvia and Jax visit Miami!!

  2. Luciano Bertuzzi

    Bora Bora, credo, sia rimasta poco turistica per via dei costi molto alti praticati da quasi tutti i tour operator per soggiornarvi….🤑

  3. Anonymous

    Che posti pazzeschi! Complimenti ragazzi per l’avventura. Baci da tutti i Cittons

  4. Jeremy Spurr

    Stunningly beautiful – thank you!

  5. Anonymous

    Ma che spettacolo di foto!!! 🤩 Leggo sempre il vostro blog con curiosità!
    Bravi un abbraccio dal Lago Maggiore 🇮🇹

  6. Anonymous

    A Bora Bora ci sono andato in viaggio di nozze, posto magico. Complimenti, è sempre bellissimo leggere le vostre avventure.

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