
Passiamo solo una notte di fronte al villaggio e poi attraversiamo l’atollo verso est e dopo una decina di miglia fra i boomies ancoriamo nella “piscina” … e il nome dice tutto. Le previsioni danno alcuni giorni di vento forte per cui dovremo stare qui per un po’…. ma non ci lamentiamo ed inoltre i giorni volano davvero.
Andiamo a fare varie esplorazioni con il tender: troviamo una passe piccolina dove c’è una corrente fortissima e per poco non ci facciamo male e alcuni spot dove fare snorkeling: l’acqua è limpidissima e intorno alle teste di corallo ci sono tantissimi pesciolini colorati. I pesci piu’ grossi, come gli squali ad esempio, stanno sempre invece intorno alle passes.
La meraviglia comunque qui sono i colori del mare: tutte le tonalità dal verde al blu.




A terra troviamo una capanna dove vive una famiglia che lavora le noci di cocco: sono Lorenza con il marito Bernard e due ragazzi. Raccolgono le noci di cocco, le puliscono e spezzettano poi le lasciano essicare al sole (diventano copra) per mandarle al villaggio e da li’ a Papeete dove viene poi preparato l’olio di cocco per la cosmesi. Vivono con poco o nulla in una capanna ma sono qui con un camioncino perchè riescono a muoversi fino al villaggio lungo la strada sterrata da poco costrita sulla barriera. Ci danno un cellulare da caricare e noi prenotiamo per il giorno dopo due granchi del cocco in cambio di un alcune birre. Torniamo il giorno dopo ma Bernard non ha preso i granchi perchè era troppo stanco dacchè aveva lavorato tutto il giorno, pero’ vuole lo stesso le birre e dice di tornare il giorno dopo ancora. Forse si sente un po’ in colpa e ci da comunque due noci di cocco pulite e uno dei pesci che sta affumicando sopra una griglia fatta con un bidone … pero’ ci chiede delle pile per la sua torcia. Comunque il giorno dopo torniamo e ci consegna due bellissimi crabs gia bolliti. Vorrebbe anche una bottiglia di rhum ma noi non ce l’abbiamo per cui il deal si chiude cosi.




Passiamo parecchio tempo con gli equipaggi di Apnea (Mads e Petunia) e di Sovmordon (Nikklas e Ester). Prima una lunga serata da noi con noci di cocco+rhum per aperitivo e poi carbonara e a seguire falo’ sulla spiaggia.
Mads prende infatti un grande polpo e dei pesci e andiamo quindi a terra dove altri equipaggi hanno già acceso un grande fuoco e stanno preparando la brace. Fabio sbatte il polpo sulle rocce che poi viene messo a bollire per un’oretta e poi grigliato…. pero’ risulta ancora un po duro. Per fortuna ci sono altri pesci, del pane che cuociamo su degli spiedi e poi comunque si condivide tutto con gli altri equipaggi, compreso storie, avventure e programmi futuri.
Rimaniamo alla fine solo noi sei, sotto le stelle ad aspettare che le braci si spengano



Pensavamo di rimanere qui solo fino a quando passava la buriana ma poi cambiamo programma e ci rimaniamo altre 3 notti decidendo di saltare la visita all’atollo Tahanea e andare poi diretti a Fakarava: in questo modo faremo una sola nottura. Bisogna sempre calcolare l’orario della slack da prendere in uscita da un atollo e quello per entrare nel successivo per cui non si è molto flessibili e liberi negli spostamenti.






Il mare ha dei colori fantastici qui che cambiano con il passare delle ore: facciamo una quantità infinita di foto azzurre fra cui è difficile scegliere la piu’ bella. Con Apnea e Sovmorgon andiamo a fare un bellissimo snorkeling e Mads cattura un altro polipo solo per noi (che mettiamo in freezer). Un giorno invece i ragazzi vengono da noi e per un’intera giornata si prova a rotazione il wing foil (io no, pero). Anche Fabio riesce a stare in piedi per un po’ ma il piu’ bravo è decisamente Nikklas.









Organizziamo anche tante cenette.
Steve e Lizzy ci invitano a bordo del loro bellissimo catamarano Not All There per un sundowner che si trasforma in una lunga serata di chiacchiere molto interessanti e profonde: li avevamo conosciuti a Fatu Hiva e siamo sempre rimasti in contatto (qui)
Per finire una lunghissima Game Night con Mads+Petunia e Ester+Niklas dove vince Sovmorgon.



L’ultimo giorno andiamo in esplorazione sull’estrema punta a est. Troviamo anche la strada sterrata di cui ci avevano parlato e che percorre tutta la barriera corallina consentendo la raccolta delle noci di cocco. Purtroppo c’è la bassa marea per cui ci perdiamo un po’ di azzurro ma la vista dell’oceano blu con tante onde fuori, separato dall’acqua calma e verde dell’atollo è davvero bellissima. Ho inventato un nuovo aggetto: “atolloso”!
Ci portiamo anche il drone e riusciamo a fare dei video bellissimi, quasi da pubblicità. Speriamo un giorno avremo il tempo di montarli tutti!
Dopo la giornata spesa con i ragazzi a provare il wing foil, abbiamo capito che non è uno sport per la nostra eta’. Il gomito del tennista e il mal di schiena non incentivano a provare mille volte a rialzarsi sopra la board per cui abbiamo deciso di venderlo ai ragazzi. 🙁
Mercoledi 26 giugno lasciamo l’atollo di Makemo con la slack delle ore 13 e ci dirigiamo verso Fakarava: 150 miglia.





