
Usciamo dall’atollo di Raroia nel pomeriggio e abbiamo una navigazione di circa 80 miglia per arrivare all’atollo di Makemo e fare l’entrata nella passe con lo slack del mattino alle 6,30, Per cui si fa la notturna!
Il vento c’è ed è pure buono ma purtroppo c’è anche parecchio mare per cui si trottola come un turacciolo. Arrivano anche gli squall e poi il vento cambia direzione per cui dobbiamo abbassare il blue water runner e metterci a farfalla (per fortuna avevamo già preparato il tangone).

Con pochissime ore di sonno arriviamo giusti alle 6.30 alla passe che questa vola superiamo senza nessun patema.
Il villaggio è vicinissimo e buttiamo l’ancora proprio davanti al pontile nell’acqua verdissima….poi pisolino, ovviamente.
Makemo è uno dei 3 principali atolli delle Tuamotu ed ha ben 800 abitanti (sono ben nascosti, pero’), ha anche una scuola utilizzata anche da altri atolli, un aereoporto e ben 3 chiese.
Scendiamo subito a terra a fare una prima esplorazione portandoci anche due sacchi di biancheria da far lavare da Denise (grazie a NoForeignLand sappiamo un sacco di cose prima di arrivare nei posti). Andiamo a caccia dei negozi che vendono alimentari nella speranza di trovare qualcosa di fresco….ma niente. Anche qui solo cipolle e patate; solo nel terzo negozietto troviamo del cavolo fresco ma da nessuna parte ci sono le uova! Ma come è possibile che non coltivino nemmeno le banane?
Troviamo la lavandaia Denise e l’unico ristorante del viillaggio che è aperto solo la sera…ma prenotiamo comunque.
La cosa davvero unica e carina è che chiunque si incontra per strada (ma davvero chiunque), che sia a piedi, in bicicletta o in macchina ti fa un sorriso e ti saluta con un “bonjour” o con un “ia ora nora”.






Per cena scendiamo dunque a terra e ci vestiamo pure carini ma l’esperienza è pessima: solo pollo fritto con riso o patate fritte e siamo solo noi. Niente altro. Nemmeno un dessert o della birra.
Il giorno successivo si va invece a terra a “sgambettare”, cosa che comincia a mancarmi un po. Abbiamo dunque modo di vedere il faro e andare fino a quasi all’aereoporto, curiosando in giro fra le varie case. E sempre tutti che ci salutano e ci mettono di buon umore.







Passiamo solo una notte di fronte al villaggio e poi attraversiamo l’atollo cercando un ancoraggio nella punta a est.
One Comment
Love the jumping around part. Have fun!