Prima di lasciare il Mediterraneo avevamo una cantina di tutto rispetto …che piano piano (in realtà non troppo piano) si è vuotata. Ai Caraibi è stato semplice fare rifornimento (anche se un po costoso), mano mano che andavamo verso ovest trovavamo sempre meno varietà, scarso livello e prezzi improponibili.
Alle Tuamotu abbiamo pero’ trovato un vino locale, il “Vin de Tahiti”, che non era per nulla male e ne abbiamo fatto scorta. Ebbene si: un vino locale che proprio non ci si aspetta in mezzo al Pacifico.

I tahitiani sono cittadini francesi e molti degli abitanti dell’isola sono nati in Francia. Era solo questione di tempo prima che qualcuno provasse a coltivare la vite e negli anni ’90, Dominuque Auroy che proveniva dalla Borgogna inizio’ a sperimentare la viticultura su 5 isole in modo di trovare il sito ideale ove far crescere i suoi vigneti.
Il sito migliore fu Rangiroa, l’atollo piu’ grande dell’ arcipelago delle Tuamotu che si trova a 15 gradi sud e ha un clima particolarmente secco a differenza delle altre isole ma è comunque ben lontano dalla fascia compresa fra i 30 e i 50 gradi di latitudine dove normalmente in tutto il mondo crescono i vitigni. Nel 1999 ci fu comunque la prima vendemmia.
Per ovviare alla carenza d’acqua, sono stati scavati dei pozzi nella falda freatica per irrigare le viti tre volte al giorno.
A causa del clima caldo e soleggiato tutto l’anno, le viti richiedono tecniche speciali per indurre la dormienza e produrre due vendemmie all’anno, a maggio e dicembre.
Le viti sono inoltre allevate su pergolati per fornire ombra e proteggerle dall’intensa radiazione solare.
Per definizione, gli atolli sono composti in gran parte da carbonato di calcio (per via dei coralli) quindi Rangiroa beneficia naturalmente di terreni calcarei a rapido drenaggio dove non ha attaccato nemmeno la filossera. E’ questo l’unico vigna al mondo che cresce sul corallo.
Le varietà d’uva più produttive sono Carignan (rosso), Italia e Muscat Hamburg che crescono su 6 ettari e producono 30.000 bottiglie all’anno.



Ho assaggiato tre dei loro vini. Il primo e’ il Blanc de Corail, ottenuto da un blend di Carignano rosso (95%) e Italia (5%).
La fermentazione dura dai 12 ai 20 giorni e l’invecchiamento dura dai 3 ai 6 mesi e avviene su fecce fini in tini di acciaio inox.
Propone note di frutta tropicale e frutti di bosco e ha una buonissima mineralità e un buon equilibrio
Il secondo e’ il Rosé de Corail (95% Carignano e 5% Italia) , simile a un rosé secco di Provenza, con note di frutti di bosco tenui e sentori di terra e mineralità al palato.
Il terzo è il Coral Monamona (50% Carignano e 50% Italia) che ha un profumo simile al Gewürztraminer e un residuo zuccherino al palato.
Viene prodotto anche il bianco Reef Clos 100% da Carignano rosso che invecchia in botte per 7 -9 mesi e nel 2006 ha vinto la medaglia d’argento al 14th Vinalies Internationales di Parigi.
Sono tutti assolutamente da provare.

3 Comments
Laura, I have learnt something! Unfortunately we did not go to the atoll Rangiroa and I don’t think we tried local wine.
Remember we have a very special bottle to share with you in England!
Safe travels
Wow!! Laura you now have absolutely distinctive and unique knowledge of wine … very few people in the world, I guess, are familiar with those wines. Great to see you continue to apply your broad knowledge of wine even in those distant territories. This is sending you a huge hug!!!
Cercherò di bere il Coral Monamona, mi piace moltissimo il Gewürztraminer….buon vento