LOG Marquesas-Tuamotus

DISTANZA: 430 Nm (15.342)
DURATA: 3 gg 0h (72h)
EQUIPAGGIO: 2

V. MEDIA: 6 Kn (143 Nm/day)
MOTORE: 25h (1.078)
WATERMAKER: 3h – 300 l (277)

VENTO : 2/20 Kn
GENERATORE: 3h (248)
PESCA: 5


Giorno 1 – 9 Giugno 2025

Dopo tre settimane alle Marchesi è arrivato il momento di partire. Siamo a Nuku Hiva, Laura è tornata sabato da Milano dopo un viaggio di quasi tre giorni. Domenica pulizie e preparazione della barca e stamattina sveglia alle 0700, ultimi controlli e per le 0830 salpiamo l’ancora e usciamo dalla baia di Taiohae.

C’è una buona finestra meteo per questa settimana, con l’aliseo che gira da est (invece che SE) che ci dovrebbe evitare la bolina e consentirci di arrivare a Raroia, un atollo abbastanza ad Est da consentirci poi di visitare i successivi con il favore dell’aliseo.

La giornata è molto bella, sole e vento tra i 12 e i 18 Kn. Alziamo il Gennaker e lo teniamo su fino al tramonto; facendo anche 9 Kn. Verso le 1300 passiamo ad Ovest di Hua Pou che è sempre incappucciata da nuvole; sono un poco preoccupato delle possibili accelerazioni del vento, ma alla fine non ci sono e dobbiamo solo usare il motore per mezzora quando siamo nel cono di copertura dell’isola.

Verso le 1700 abbocca un tonnetto (skipjack) che rilasciamo: è piccolo e di skipjack abbiamo pieno il freezer. Poco dopo abbiamo ungruppo di delfini molto grossi che giocano a prua.

Lauretta ha ancora il fuso e la stanchezza da stress per le giornate a Milano; il mare è abbastanza calmo con onda di 1.5m, ma lei soffre un poco: il primo giorno delle traversate è sempre difficile, bisogna prendere il ritmo.

Prima di cena chiudiamo il gennaker e con randa e genoa pieni orziamo un poco, siamo per 110 TWA, traverso pieno (84 AWA). Il vento si stabilizza tra 10 e 12 Kn, c’è la luna piena … si naviga che è un piacere.

Abbiamo superato le 15.000 Nm da quando navighiamo su Tipota!!


Giorno 2 – 10 Giugno 2025 (153 Nm)

Tempo splendido, vento costante tra 10 e 15 Kn, andatura al traverso, onde sotto 1m. L’aria è più secca e si sente che stiamo scendendo a sud allontanandoci dall’equatore.
Al mattino rolliamo il Genoa e apriamo il Gennaker, con tutta randa, per tutto il giorno facciamo tra 7 e 8 Kn con punte di 9.

Abbiamo in acqua l’artificiale rosa che in passato ci ha dato grandi soddisfazioni, ma per tutto il giorno non abbocca nulla.

Le previsioni danno il vento in calo domani e in rotazione verso Sud, da giovedì in peggioramento: siamo nell’inverno australe e in questa parte del pacifico le perturbazioni delle latitudini più basse influenzano molto gli alisei e spesso creano dei fronti che salgono fino a 15-20 gradi a Sud dell’equatore, la zona dove siamo noi. Tra noi e i 40 ruggenti in inverno, c’è solo acqua.
Dobbiamo arrivare e possibilmente entrare nell’atollo di Rairoa nella giornata di Giovedì.

Entrata ed uscita dagli atolli si possono fare solo in assenza di corrente di marea, quindi intorno al picco di alta e bassa marea. Per Rairoa, giovedì la bassa è alle 11:30 e l’alta alle 17:30, dobbiamo assolutamente essere lì in una di queste due finestre, altrimenti dovremo aspettare fuori fino a venerdì mattina.

Anche per questo decidiamo di tenere in Gennaker anche di notte, le condizioni sembrano stabili e non abbiamo avuto squalls; le previsioni danno il vento in calo e decidiamo di rischiare. Con il Gennaker guadagnamio 1-2 Kn di velocità.

Poi… durante il mio turno, proprio mentre sto scrivendo questo post, alle 2300, sento un colpo a prua, penso ad un oggetto in acqua, vado a prua e… il Gennaker è in acqua sulla dritta!! Sveglio Laura, per fortuna ci sono solo 10 Kn di vento e mare calmo, piano piano tiriamo a bordo il Gennaker e notiamo un piccolo strappo (forse lo abbiamo fatto tirandolo su). Arrivati alla penna… tutto sembra a posto, come se si fosse aperto il moschettone.

A malincuore devo andare in testa a vedere cosa è successo, non mi fido ad aprire il Genoa senza capire. Non è piacevole e di notte fa paura, seppure con poco mare, in testa si balla da morire. Arrivato su, vedo con stupore che il moschetto Tylaska T12 è troncato di netto!! Il resto per fortuna è a posto.
Tornando giù mi riporto la drizza di spi, ce ne occuperemo domani, per stanotte Genoa se il vento tiene.

Il Tylaska sulla carta, è il moschettone da spi migliore che ci sia, il T12 ha un carico di rottura di 12.000 libbre (5.500 Kg); quello nostro era nuovo, comprato a Martinique a Dicembre con la nuova drizza.
NON DOVEVA ROMPERSI!! Invece ha ceduto di schianto con 10 nodi di vento. Inaccettabile.


Giorno 3 – 11 Giugno 2025 (135 Nm)

Giornata molto piena!
La notte è cominciata con il botto del Gennaker in acqua e dopo la salita in testa d’albero l’adrenalina è alta.
Ci mettiamo con Genoa e Randa, ma andiamo piano anche perchè il vento è sceso a 8-9 Kn.

Scrivo una mail a Tylaska che risponde quasi subito, con una lunga speigazione sulle possibili cause della rottura. Dalle foto che gli ho mandato, Tim Tylaska in persona dice che si è trattato di una rottura da fatica, delle microfratture superficiali che con il tempo hanno ridotto lo spessore e ridotto il carico di rottura. Ce ne manderanno uno nuovo e più grande.

La notte passa con il vento sempre più ballerino e debole, stiamo entrando purtroppo in una bolla di bonaccia che è prevista stazionaria fino al nostro arrivo a Rairoa.
Alle 0730, Laura mi chiama, il mulinello sta urlando e sembra grosso; Laura lo vede saltare e sembra un marlin. In effetti dopo una mezzoretta di lotta, portiamo vicino alla barca un bellissimo marlin, Laura prende il raffio e lo arpiona, ma l’animale, evidentemente ancora ben vivo, scoda e si porta via esca, terminale e il raffio, che Laura per fortuna molla senza finire in acqua. Davvero peccato, siamo un poco stufi di mangiare tonno e ci avrebbe fatto piacere passare al marlin!
Abbiamo un secondo raffio, ma dobbiamo affinare una tecnica per non perderli, questo è il secondo che va in mare.

Al mattino il mare è calmo, quasi senza vento: diamo motore e abbiamo da lavorare.
– Dobbiamo tagliare gli ultimi due anelli della catena che si sono ossidati molto e ripulire il giunto dell’ancora. Probabilmente a Taiohae, il fondale ha molto zolfo che ha fatto arrugginire la catena e fatto imbrunire l’inox di giunto e ancora. questo lavoro va fatto in navigazione perchè per i prossimi due mesi non abbiamo porti o campi boe e quindi quando siamo fermi, siamo all’ancora.
– Dobbiamo provare a sistemare il Gennaker: lo stendiamo a prua e puliamo lo strappo di circa 1m (acqua e poi acetone); per fortuna è un taglio abbastanza netto e abbiamo a bordo del nastro di nylon per riparare gli spi. Mettiamo il nastro sui due lati e ripariamo anche due strappetti più piccoli, speriamo che tenga! al posto del Tylaska rotto, metto un loop di dyneema con calza. Alziamo e rolliamo il gennaker.

Appena finito… parte il mulinello, questa volta portiamo a bordo un tonnetto, purtroppo sempre uno skipjack (bonito) sugli 8 Kg. Pulito imbustato e in freezer…che è strapieno (e per fortuna continua a funzionare).

Dopo pranzo torna l’aliseo sui 10 nodi e proviamo il Gennaker, il rappezzo sembra tenere bene.

Verso le 1600, ancora un bonito, sempre sugli 8 Kg che portiamo a bordo, slamiamo e ributtiamo in mare. Poco dopo, … di nuovo, mulinello che urla, sembra grandicello e lottiamo per una ventina di minuti…. e doveva essere grande, perchè dopo un poco rompe l’amo e si libera. Oggi 4 pesci, due persi, uno liberato e uno in freezer.

Il vento tiene fino alle 1800, poi cala sui 5 nodi e dobbiamo ridare motore, mancano circa 100 Nm a Raroia


Giorno 4 – 12 Giugno 2025 (142 Nm)

Notte a motore con bonaccia totale.
Ci prepariamo alla nostra prima passe (ingresso in un atollo), e la calma di corrente che si verifica al picco della alta o della bassa marea dovrebbe essere alle 1230. Dico dovrebbe, perchè a Raroia non c’è una stazione di rilevamento e bisogna approssimare la marea con Makemo, che comunque dista 70 miglia.

Arriviamo davanti alla passe verso le 0830, spegniamo il motore e aspettiamo scarrocciando al leggero vento.
Nell’attesa sistemo il gennaker e pulisco i segni di ruggine che sono comparsi in coperta per i trucioli della catena tagliata ieri.

Abbiamo studiato come dovrebbe essere l’ingresso nella passe e la navigazione all’interno degli atolli, comunque siamo excited.
Ci siamo organizzati con Laura a prua con cuffiette, io al timone con: forward sonar, chart plotter e Navionics sul cellulare (ha le immagini dal satellite).
L’ingresso va liscio anche se ci sono due nodi di corrente, il che significa che l’orario non è corretto e siamo in ritardo, infatti alle 1230 doveva essere una bassa, e siccome la corrente era da fuori a dentro l’atollo, significa che la bassa è successa qualche tempo prima.
Il chartplotter ha i dettagli della piccola porzione di atollo tra la passe e il villaggio, quindi la navigazione all’interno, circa 2 Nm, è semplice.

Ancoriamo in un mare turchese davanti al villaggetto dove abitano 100 anime.

2 Comments

  1. Anonymous

    15,000 nautical miles is a significant distance, covering more than half the Earth’s circumference. It would roughly be about 17,275 miles or 27,770 kilometers. To put it another way, it’s a little more than a trip around the Earth’s equator

  2. Martin Hauske

    Never a dull moment. Breaking in 10kn of wind – unacceptable! at least they acknowledged it!

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