Giovedi 29 ottobre ci spostiamo ancora un pochino verso sud, solo una decina di miglia e ci ormeggiamo davanti all’isola di Uonukuhihifo …nome lungo e davvero difficile da pronunciare.

L’isola è completamente deserta e si narra che ci abbiano girato anche lo show survivor (ma ho controllare e non sembra vero). E’ collegata ad un’altra isoletta da un lingua di sabbia bianca piena di conchiglie. Il tempo è bello anche se c’è davvero tantissimo vento e scendiamo a terra a fare una passeggiata. Vedo sulla sabbia delle tracce strane, ancora ben calcate, per cui abbastanza fresche: sono le orme di una grande tartaruga che si trovava in una conca e probabilmente ci ha visto e se ne è andata. Non abbiamo scavato per vedere se per caso ci fossero delle uova.

Incontriamo gli equipaggi degli altri 2 catamarani che sono qui ormeggiati e hanno acceso un fuoco … tante chiacchiere guardando il tramonto.

Il tempo è davvero molto instabile e le previsioni continuano a cambiare, cosi’ come i piani di tutti per salpare per la Nuova Zelanda.

Al momento dicono che mercoledi prossimo arriverà una bella sventagliata per cui per quella data meglio essere già al riparo a Nu’kualofa ad aspettare Ed.

Venerdi 30 facciamo una gita super avventurosa: l’inglese del lodge a nord di Ha’apai, esperto sub, ci aveva fortemente raccomandato di andare a fare snorkeling su una piccola passe che si trova sul reef a sud di dove siamo ora. Non ci si puo’ ancorare li, soprattutto con questo vento e queste onde per ci decidiamo di andarci in tender.

Fatichiamo parecchio a trovare il posto ma quando arrivamo ci sentiamo degli esploratori che hanno trovato il tesor: si vede proprio la striscia di acqua blu in mezzo all’acqua verde con i boomie.

C’è molta corrente ma riusciamo comunque ad avventurarci verso la passe: tantissimi e bellissimi coralli e una infinità di pesci. Vediamo solo da lontano un gruppo di squali.

Non è proprio come a Fakarava ma sicuramente fare un’immersione qui al mattino presto ddeve essere una cosa fantastica.

Il viaggio di ritorno è un poco pericoloso perche abbiamo alte onde che ci frangono sulla poppa: su alcune planiamo ma su altre meglio rallentare.

Ci viene a trovare il tender di una famiglia di canadesi con due bambini piccoli mascherati per fare Trick or Treat . Sono ormeggiati nella baia piu’ a nord per cui possono bussare a ben 4 barche: non è proprio come essere in un paese ma le tradizioni si devono mantenere.

Nell’ultimo periodo abbiamo incontrato parecchie barche con canadesi, alcuni inglesi, tanti nord europei e americani mentre i francesi sono diminuiti rispetto all’atlantico ma di italiani nemmeno l’ombra. Abbiamo conosciuto Paolo a Papeete, poi un gruppo in vacanza a Raiatea e poi nulla. Quando si è lontano da casa il nazionalismo che è in noi si fa sempre sentire per cui abbiamo anche provato ad aprire un gruppo whatapp chiedendo di diffondere la voce ma siamo rimasti in quattro. E si’ che eravamo dei grandi navigatori un tempo!! In questo campo i francesi ci battono.

One Comment

  1. Luciano Bertuzzi

    Gli italiani non sono più marinai come una volta, sono diventati buongustai, gambette sotto al tavolo 😉

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