Dopo piu’ di una settimana a Tenerife non vedevamo davvero l’ora di salpare e tornare in mare.

Da Tenerife a Capoverde sono poco piu’ di 800 miglia di oceano in direzione sud/sud-ovest (se si riuscisse ad andare diritti) e ci mettiamo 6 giorni e mezzo . Siamo noi due da soli e non litighiamo mai 🙂

I primi due giorni abbiamo il vento sul naso per cui dobbiamo bordeggiare avvicinandoci anche parecchio alla costa africana e fare anche parecchie ore a motore. Ne consegue che la navigazione non è per nulla tranquilla ed è un po’ nauseabonda. Incontriamo anche parecchi squall (piovaschi con raffiche forti).

Dal terzo giorno in poi pero’ entrano in gioco gli alisei e abbiamo vento in poppa: alziamo il Blue Water runner per piu’ di un giorno intero e poi invece andiamo a farfalla: il vento rimane quasi costante sopra i 10 nodi, le onde non superano mai il metro e mezzo e noi facciamo una media di 5 nodi.

Con tanti giorni in oceano aperto senza vedere terra ma nemmeno un’altra barca mi viene sempre da pensare a come facessero 600 anni fa a sopravvivere e ad arrivare da qualche parte (che sapessero o meno dove) usando pesantissimi galeoni a vela con solo una bussola e senza pilota automatico, gps e motore.

Peschiamo un lampuga (mahi) che finisce subito in tartare e un calamaro gigante nel bel mezzo della notte (invece immangiabile, troppo duro).

Un grandissimo riconoscimento va a Starlink che ci ha concesso di rimanere connessi con tutti (telefonate), postare su Istagram e pagare la Tari e l’F24 dell’IVA per tempo.

Come dicevo, dopo 6 giorni e mezzo (aka 156 ore) arriviamo nel mezzo della notte nella baia di Mindelo, Isola di Sao Vicente. Fortunatamente c’è ancora un poco di luna e comunque ci sono tante luci in giro e riusciamo a trovare facilmente un posto dove gettare l’ancora

Alziamo la bandiera gialla della quarantena che potremo abbassare solo dopo aver espletato le pratiche di ingresso nel paese: domattina, dopo una bella dormita DA FERMI, entreremo in porto e andremo all’Immigration.

Ma cosa si fa in barca da soli per cosi’ tanti giorni?

  1. di notte ci sono i turni per cui durante il giorno cerchiamo di fare dei pisolini: a me viene benissimo mentre Fabio fa proprio fatica
  2. quando si è di guardia si guarda l’orizzonte e si medita, soprattutto all’alba e al tramonto ( e si fanno tante foto). Di notte si legge o si guarda Netflix (downloadato)
  3. si mettono a punto le vele
  4. alle 12.00 suona una sveglia: bisogna fare il giro della barca, controllare quanto piu’ possibile e aggiornare poi il log. Ogni tanto si controlla anche la sala macchine.
  5. si cucina cercando di fare mangiarini buoni anche se veloci (il risotto nella pentola a pressione vince!)
  6. partitina a burraco durante l’aperitivo (qui invece vince sempre Fabio)
  7. se non si balla troppo, tiriamo fuori il tappetino e facciamo un po’ di yoga (questo giro solo 2 volte)
  8. c’è sempre qualche pesce che abbocca e quindi c’è da pulirlo e cucinarlo
  9. si legge (mi sa che faremo un book club)
  10. c’è sempre qualche lavoretto da fare
  11. al computer per tenere sotto controllo gli altri progetti e scrivere il blog
  12. ….. insomma, non ci si annoia.

Per chi vuole maggiori dettagli tecnici, c’è il LOG del passaggio Tenerife-Midelo fatto da Fabio