30 luglio.
Come già detto, lasciamo il porto di Marina Taina a Papeete in prima mattinata perchè cosi consigliavano le previsioni, in realtà il forte vento da sud est previsto ha anticipato e improvvisamente (ma davvero nel giro di 10 minuti) siamo passati da 10 nodi a quasi 40. Con un piccolo fazzoletto di genoa abbiamo percorso le 15 miglia che ci separano da Moorea cavalcando onde belle alte. Una bella botta di adrenalina ma le foto e i video non rendono proprio l’idea.




Con immensa gioia varchiamo dunque la tranquillissima passe che si apre su Cook’s Bay e buttiamo l’ancora nell’acqua verdissima sulla destra.
Ovviamente non c’è onda ma le raffiche che scendono dalle montagne sono comunque belle forti.
Moʻorea significa “ramarro giallo” in tahitiano e qui approdo’ il capitano Cook nel 1777. E’ ovviamente un’isola vulcanica con 8 catene montuose verdissime circondata dalla barriera corallina.
In fondo alla baia di Cook c’è una montagna (Mou’a Puta) che ha un buco in alto ed è oggetto di una famosa leggenda che narra di guerrieri antichi provenienti da Raiatea che volevano rubare il Monte Rotui (la montagna che si trova fra le due baie e invia le anime in paradiso). Il famoso guerriero Pai fu pero’ svegliato e lancio’ una lancia da combattimento che trafisse la cima della montagna creando un buco e sveglio’ tutti i galli che si misero a cantare . Pensando che fosse arrivato il giorno, i ladri scapparono e la montagna rimase bucata.
Con il Potino andiamo ad esplorare la baia che ha l’acqua scura e il fondo un po melmoso ma la vista sulle montagne incantate che la circondano è magica: sembra davvero il paesaggio delle favole. In fondo alla baia c’è il paesino di PaoPao che è il principale dell’isola e ha anche un superU super rifornito. Facciamo un giretto per il paese che ha alcune strade sterrate e giardini rigogliosi e di tantissime tonalità di verde. A differenza delle Marchesi dove si trovava frutta ovunque (pomplemousse, limoni, mango) qui pero’ non vediamo alberi da frutto.






Il 1 agosto è una giornata spettacolare senza nemmeno una delle nuvole che di solito incappucciano le cime delle montagne, per cui andiamo a fare una hike come si deve. Lasciamo il paese di PaoPao e prendiamo la Pinepple route che ovviamente ci porta alle piantagioni di ananas e da li’ proseguiamo su una comoda strada che porta fino in cima al Belvedere Lookout da dove si gode una incredibile vista sulle baie di Opunohu e di Cook.
Lungo la strada vediamo anche dei siti archeologici con diverse “marae“. Un marae è una piattaforma sacra costruita con pietre e coralli, spesso delimitata da un perimetro rettangolare ed era il cuore spirituale e cerimoniale delle comunità e venivano usate per fare offerte agli dei, cerimonie e talvolta anche sacrifici umani o animali. Furono costruite ed utilizzate fra il 1000 e il 1700 D.C., dopo di chè arrivo’ il cristianesimo con gli esploratori.













Il 2 agosto ci viene a prendere la barca del centro diving vicino e ci porta sulla passe a fare due immersioni. Nella prima vediamo tante tartarughe e nella seconda i lemon shark che sono belli grandi e fanno un po paura ma “dicono” che siano molto buoni.
Fino ad un alcuni anni fa questo era uno dei posti piu’ famosi per lo shark-feeding ed è per questo che i pesci non hanno paura degli uomini…anzi si avvicinano e cercano cibo.
Ci sono tantissimi pesci ma tanti coralli sono morti a causa delle invasione delle stelle marine che qui sono arrivate due anni fa. Si tratta della “stella corona di spine – crown-of-thorns starfish” che ha in realtà invaso gran parte della Polinesia. E’ una stella marina carnivora, ricoperta da aculei velenosi che può misurare fino a 60 cm di diametro, con 12–19 braccia. Cresce e si riproduce velocemente e puo’ mangiare fino a 10mq di corallo all’anno. Ci vorranno ancora vent’anni perchè i coralli si riformino completamente.




Dopo 3 notti in Cook’s bay ci spostiamo all’ingresso della baia di Opunohu e buttiamo l’ancora al bordo del canale navigabile che è ben segnalato. Il posto è magnifico ed è giustificato il fatto che l’isola sia stata scelta come set cinematografico per le riprese degli ultimi due film sugli ammutinati del Bounty, sia per quello con Marlon Brando che per quello con Mel Gibson ed Antony Hopkins.
Facciamo un bellissimo e lunghissimo snorkeling fra sting-ray e squali: c’è un bellissimo video di Flavia che nuota vicino ad uno squalo e quando si vedono si spaventano entrambi.
L’ultimo giorno il tempo si guasta e piove, per cui andiamo al vicino resort Hilton dove io faccio un bellissimo massaggio e ci godiamo un bel pranzo. Sulla spiaggia una manta gigante si avvicina lentamente a noi in cerca di coccole … o cibo.







I modelli meteo non sono molto consistenti e siamo dunque molto dubbiosi su quando partire alla volta Huahine; di sicuro sta arrivando una lunga e alta onda da sud per la quale viene data anche l’allerta su alcune isole che chiudono le passes, per cui decidiamo di partire subito e cosi’ lunedi 4 agosto, subito dopo cena, salpiamo e salutiamo Mo’orea.

2 Comments
Mutiny on the Bounty, was a book I read when in school – always wanted to visit that part of the world. So glad I can live it vicariously through your travels and wonderfully, vivid words 🙂
Love your stories! Thanks for sharing and the wonderful pictures!!