Galapagos – Marquesas – W 3 and ARRIVAL

La terza settimana non è proprio una settimana intera perchè siamo andati veloccissimi su una rotta drittissima per cui abbiamo impiegato solo poco piu’ di18 giorni.

La terza settimana è fatta dunque solo da 4 giorni.

Inizia con la domenica della festa della mamma: la prima in cui mancano entrambe le nostre mamme. Niente fiori da spedire, niente gioia nelle loro voci quando le chiamiamo…fa un po male. Ma per fortuna abbiamo le 4 ragazze che ci inondano loro di telefonate e vorrebbero mandare dei fiori. Mi arriva anche un regalo, ovviamente digitale e mi sento la mamma piu’ felice del mondo.

Tramite google meet teniamo una lezione con la classe di quarta elementare di Mary Hughes in Virginia. Parliamo di venti, di correnti e di animali dell’oceano ed è davvero una bella esperienza. I bambini sono molto interessati e stupiti di poter parlare con chi è in mezzo all’oceano (e lo siamo anche noi a dir la verità) e probabilmente faremo un follow up.

Questi ultimi giorni di navigazione sono stati davvero perfetti: siamo andati sempre a farfalla con un vento che raramente è andato sotto i 15 nodi e mare poco mosso.

Abbiamo anche pescato due bei tonni che sono andati subito in freezer. Fabio ha iniziato a preparare la lakerda: filetti di tonno lasciati sotto sale e acqua salata per due settimane e poi messi sott’olio…vedremo…caso mai si rompesse ancora il freezer.

Ormai manca pochissimo e io sono colpita da una stanchezza infinita. Sarà forse il calo di adrenalina al sapere che siamo quasi arrivati, ma l’ultimo giorno per me è stato il piu’ faticoso di tutti. Avevo solo voglia di dormire ma non ci riuscivo.

Prima dell’ultimo tramonto disarmiamo tutto l’ambaradan che avevamo montato all’inizio: tangone, scotte, BWR. La cima del tangone è incrostata dalle cacche di Amelia che ci ha lasciato quattro giorni fa ( e non ha pulito!) e nemmeno con un barattolo intero di sgrassatore viene via. Dovremo sostituire alcune cimette che sono irrimediabilmente incrostrate. Alziamo la bandiera della Polinesia Francese e la gialla della quarantena: rimarremo infatti a Fatu Iva alcuni giorni prima di espletare tutte le formalità a Niva Oa. Abbiamo pero’ già sottomesso la richiesta di ingresso on line.

Purtroppo non riusciamo a vedere terra ma per fortuna c’è ancora la luna piena e verso mezzanotte ecco comparire il profilo da Fatu Iva.

Accendiamo il motore (che parte al primo colpo…avevamo un po’ di paura) e ci avviciniamo con calma quasi reverenziale mentre passano alcuni squall e continua a piovviginare ma la luna riesce sempre ad uscire e ad illuminare. Nella baia delle Vergini vediamo altre barche, ce ne sono 9. Troviamo il nostro posticino sul lato a nord: qui è molto profondo e siamo abbastanza vicino a costa e dobbaimo buttare 70 metri di catena mentre intanto continuano a scendere dalle montagne raffiche a 30 nodi e poi …. ecco …. il rumore dell’ancora che scende!

Avrei dovuto registrarlo perchè è stato un momento bellissimo!

Ed ecco anche l’odore di terra… si, pur lontano da costa si sente l’odore del verde e della terra!!

E cosi, dopo 18 giorni e 16 ore e 2.819 miglia con una media di 152 miglia al giorno lungo una rotta perfetta sempre a 250 …. SIAMO ARRIVATI!!

CE L’ABBIAMO FATTA! Siamo proprio nel mezzo del Pacifico.

Qui sotto la nostra foto alle 2am subito dopo aver spento tutto, pronti per andare a dormire: questa notte niente turni. Si dorme insieme.

Domani andremo in esplorazione a terra.