Nuku Hiva – Marquesas

Fabio e Giovanni arrivano a Nuku Hiva venerdi 30 maggio e si fermano due notti a Controller Bay prima di spostarsi nell’ampia baia di Taiohae che è la capitale delle Marchesi e hanno tempo di gironzolare un po ( vedi qui).

Io invece atterro sabato 7 giugno dopo un viaggio lunghissimo (Milano-Dubai-Tokio-Tahiti piu’ una notte a Papeete).

Porto con me un trolley di 16 kg pieno di “cose” tra cui la macchina del caffè che si era rotta, ganci, gancini, perni, coppiglie e quanto serve a finire la riparazione del BWR. Ma soprattutto trasporto il materasso/prendisole di poppa: quello che ci era volato via prima di arrivare a Panama.

Fabio viene a prendermi all’aereoporto con il suzukino a noleggio: siamo molto felici di riunirci anche se io sono abbastanza distrutta.

L’aereoporto è sulla costa nord dell’isola mentre il paese è su quella a sud per cui bisogna attraversarla tutta salendo in alto nella nebbia e fra le conifere e poi giu in vallate verdissime.

Ci sono sempre tanti cavalli liberi in giro e vediamo ragazzini che cavalcano a pelo: è il loro mezzo di trasporto e ci vanno anche a scuola. Sono cavalli molto piccoli ma eleganti allo stato brado. Vengono portati un po dovunque: a fare la spesa, a fare il bagno o semplicmente a correre sulla spiaggia.

Arrivati nel centro del paese andiamo subito da Ahi, il tatuatore selezionato da Fabio: ebbene si, abbiamo deciso di farci un tatuaggio a memoria di questa grande avventura che stiamo vivendo.

In tutta la Polinesia ma in particolar modo alle Marchesi è nata e si è diffusa l’arte del tatuaggio, proprio qui sono nati i tatuaggi cosiddetti tribali in cui ogni segno/simbolo ha un significato. Chiunque ha almeno un tatuaggio e in tanti sono completamente tatuati.

La prassi prevede una breve conversazione in cui si racconta un po della propria vita, dei valori e delle cose importanti e poi viene fatta una proposta di disegno…. vedere qui per il dettaglio. Fare un tatuaggio in Polinesia: FATTO!

Andiamo poi a fare la spesa nella speranza di trovare cibo fresco per la traversata che ci aspetta ma questa volta ci sono solo cipolle e cetrioli. Riusciamo comunque a spendere 400 euro per poca roba essenzialmente surgelata: è davvero tutto carissimo!

Dopo aver caricato tutto quanto sul Potino e quindi in barca (taniche di gasolio + spesa + sacchi biancheria lavata + bagagli + materasso)… un viaggio turbolento sperando che niente cada in acqua. Fabio mi porta poi nell’unico hotel degno di questo nome dell’isola che è un Relais & Chateaux dove mi ha prenotato un massaggio bellissimo per incominciare a mandar via la stanchezza e la tensione delle ultime settimane… per madare via la tristezza e il dolore ci vorrà invece ancora un po di tempo.

Ci godiamo una buonissima cena gourmet e piano piano torniamo nei nostri ritmi.

Il giorno successivo invece è giorno di grandi pulizie, preparazione della barca e pianificazione di dettaglio delle prossime settimane prima di salpare alla volta delle Tuamotu.

CIAO CIAO MARCHESI!

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