Purtroppo anche il Nonno Renato ci ha lasciati e Laura corre a Milano per il funerale e per sistemare le cose; io vorrei tanto accompagnarla e salutare per l’ultima volta Renato, ma alle Marchesi è impossibile lasciare la barca.
Laura parte Domenica 25 per un viaggio infinito e rimaniamo su Tipota io e Giovanni; siamo a Hanaiapa sulla costa Nord di Hiva Oa, una bella baia dove siamo ancorati vicino a Apnea e Artemis. La

Dopo avere salutato Laura, io e Giovanni facciamo una passeggiata sull’unica strada che da Hanaiapa va verso il centro dell’isola, e poi ad Atuona; raccogliamo dagli alberi dai Pomeli (Pomplemusse), delle Guave, parecchi lime e troviamo anche dei bellissimi peperoncini, il tutto sul bordo della stradina.
Cerchiamo quello che dovrebbe essere lo yacht club dove pare che un signore mantenga un logbook delle barche di passaggio da quarant’anni, ma purtroppo non è in casa e desistiamo. Torniamo in barca e ci facciamo una spaghettata aglio e olio con i peperoncini appena raccolti.
Nel pomeriggio peschiamo dalla barca due pesci di 300-400 grammi che verso sera mettiamo come esca sulle due canne da traina con due ami enormi che ha portato Giovanni… e come previsto abboccano due squali con i quali lottiamo per una mezzoretta prima che le lenze si spezzino. Erano due squali grandicelli sui due metri.

La sera prepariamo la barca per la traversata e cuciniamo alla griglia i due pesci rimasti dalla cena con Mads e Petunia (buonissimi).
Lunedì mattina partiamo per Hua Pou e la (dis)avventura di Lunedì è descritta separatamente; comunque per sera siamo di nuovo a Hanaiapa a prepararci per ritentare la traversata il martedì… senza BWR purtroppo. Per consolarci ci facciamo una carbonara con il guanciale che ha portato Giovanni.

Partiamo alle 0630 e la traversata questa volta va tranquilla, senza accelerazioni dell’aliseo e senza problemi, prima navighiamo con vele bianche al lasco e per le ultime 20 miglia con il gennaker. Verso le 10 del mattino abbocca qualcosa, sembra piccolo, ma quando lo vediamo è un bellissimo pinna gialla sui 10 kg… non abbiamo il raffio pronto e quando si avvicina alla barca… si slama: che peccato! Durante la navigazione cucio le fettucce strappate del BWR… 8 ore.
Verso le 1700 entriamo nella baia Hakahau sulla costa N dell’isola di Hua Pou: esiste un frangiflutti ma nella zona protetta ci sono parecchie barche ancorate e tutte con l’ancora di poppa, nella baia entra parecchia onda e lo scenario al tramonto è abbastanza spettrale con un luce livida e pareti di roccia nera su cui si frangono le onde. Ad aggiungere pathos all’ancoraggio, vediamo in fondo alla baia un bel Ketch spiaggiato che sbatte con le onde.
Su Tipota abbiamo una seconda ancora, ma fino ad ora è rimasta smontata e stivata nel lazarette; mi riprometto di tirarla fuori e rendera utilizzabile in queste situazioni. Comunque alla fine ci ancoriamo al centro della baia in una zona dove c’è un poco di protezione dal frangiflutti, ma si rolla parecchio, particolarmente quando il vento ballerino mette la barca al traverso delle onde. L’ancora sembra comunque avere preso bene.

Il mattino dopo la baia ha un aspetto molto più amichevole, il sole splende e scendiamo a terra: troviamo un baretto dove beviamo un caffe con croissant e poi un supermercato abbastanza fornito dove facciamo una bella spesa. Qui tutto costa carissimo! Il proprietario del market, ci accompagna in auto al tender, sistemiamo tutto e torniamo a terra per pranzo da Chez Tinitua, un ristorantino carino sulla strada principale. Passeggiamo per il villaggio e visitiamo la chiesa che ha un bellissimo altare di legno intarsiato a forma di prua di barca. Ci dicono che i prossimi giorni sono di festa a Hakahau e che il culmine dei festeggiamenti sarà sabato, ma non pensiamo di restare così a lungo.
Per cena andiamo in un ciringuito (Roulotte Debora) sulla spiaggia, che ci fa aspettare due ore per cenare e nel frattempo fregano le nuove ciabatte che Giovanni ha lasciato in spiaggia; per fortuna per domani abbiamo prenotato al lodge sulla collina che sovrasta la baia e che sembra più evoluto.

La mattina di Giovedì ci svegliamo circondati dalle canoe polinesiane; oggi è la giornata dello sport, parte dei festeggiamenti; le boe di partenza sono vicino a Tipota e ci vediamo le gare da vicino; remano come dei dragon boats.
Andiamo a terra ed è tutto chiuso per la festa, sulla spiaggia ci sono delle mega griglie dove preparano spiedini, pollo e patate fritte: pranziamo lì con loro e torniamo in barca, pisolino, qualche lavoretto e poi a cena al lodge per goderci un tramonto bellissimo.
Il posto è gestito da Francesi e ci mangiamo una bisteccona con vino rosso.
Abbiamo deciso di partire domani per Nuku Hiva.

Sono 25 Nm da Hua Pou a Nuku Hiva, la giornata è bellissima e navighiamo al traverso con 15 nodi di aliseo. Peschiamo anche un tonnetto (skipjack) passando in una mangianza grandissima con centinaia di uccelli. Abbiamo ancora l’amaro in bocca per il pinna gialla che abbiamo perso tra Hiva Oa e Hua Pou.
Abbiamo ancora quattro notti insieme e decidiamo di farne due in rada e due nella baia di Taiohae, la capitale e città più grande delle Marchesi. Decidiamo di andare a SO di Nuku Hiva dove c’è un ampia baia (Controller Bay) che si pare in tre baie più strette; la migliore ci pare quella ad O, baia di Ho Oumi.
Entriamo verso le 1300 e siamo soli, in uno scenario spettacolare con montagne alte e verdissime tutto intorno a noi; peccato per l’acqua che ha un colore violaceo, probabilmente per il fiume che scende dalle montagne.

Sabato ci svegliamo circondati da un gruppo di mante che nuotano intorno a Tipota, uno spettacolo! Scendiamo a terra per esplorare il villaggio: sono davvero poche case e molto sparse tra loro; la strada segue il corso del torrente e la risaliamo per qualche Km, raccogliamo pomeli, limoni guava e facciamo un bel bagno rinfrescante nel torrente.

Nel pomeriggio arriva un’altra barca e Frank e Judi vengono a fare conoscenza, sembrano simpatici e li invitiamo per cena; avevamo in programma una grigliata di carne e due commensali in più non sono un problema.
Ci danno anche qualche dritta per Taiohae dove andremo domani.

La mattina ci prepariamo con due canne da pesca, e facciamo a motore le 9 miglia che ci separano da Taiohae, che è la città più grande e capitale delle Marchesi; arriviamo verso mezzogiorno e ancoriamo nella baia che è molto profonda e ampia, ma purtroppo entra parecchia onda e si balla. Devo proprio sistemare l’ancora di poppa che in queste situazioni fa la differenza tenendo la prua alle onde.

Scendiamo a terra ad esplorare il villaggio che è abbastanza grande ed molto sparpagliato, da un estremo all’altro ci sono 3km e le case sono molto distanti tra loro. Camminiamo fino al dinghy dock sul lato opposto della baia e ci beviamo una coca-cola nell’unico bar aperto (è domenica); tornando ci fermiamo alla pizzeria Moana, dove c’è anche l’autonoleggio e prenotiamo una macchina per domani. Per sera, su suggerimento di Judi, abbiamo prenotato al resort “Le Nuku Hiva” che è un Relais&Chateau ed è sulla collina proprio sul lato Ovest della baia dove siamo noi. Gli arrivi in spiaggia non sono facili per l’onda che fa prima planare e poi inonda il tender, ci si bagna. Bella cena e tante chiacchiere tra amici, sono molto fortunato ad avere avuto Giovanni in barca questi 10 giorni!

La mattina di lunedì prendiamo la nostra Suzuki e partiamo all’esplorazione dell’isola, prima andiamo alla punta Est dove eravamo ancorati, poi sulla costa Nord al villaggio di Hatihe’u dove pranziamo in un ristorante carino su una spiaggia molto bella e da lì ci avventuriamo sulla strada sterrata che percorre tutta la costa Nord fino all’areoporto: 32Km di sterrato vero con sassi, fango, salite e discese ripidissime che mettono a dura prova noi e il Suzukino. Incontriamo solo altre due macchine e ci mettiamo 3 ore, vediamo panorami ed una natura spettacolare; siamo provati, ma contenti.
La strada dall’aereoporto a Taiohae si arrampica in cima alla montagna e il panorama diventa alpino, siamo nelle nuvole e fa freddo, incredibile. Per cena siamo alla pizzeria Moana…che ha il forno a legna… ma non lo usa 🙁

La mattina del 3 con parecchia tristezza, accompagno Gio all’aeroporto e ci salutiamo, io torno a Taiohae, faccio il pieno e riempio anche le 3 taniche di gasolio che abbiamo messo nel serbatoio ieri. Consegno la macchia e con qualche acrobazia riesco a sbarcare le taniche da solo. Mancano 4 giorni all’arrivo di Laura e ho una lunga serie di lavori da fare alla barca, si sono accumulati dalla partenza dalle Galapagos.

Tre giorni da solo, a sistemare cose più o meno urgenti e importanti: premistoppa, freno dell’asse, volmetri per le batterie, ancora di poppa e tanto altro; come sempre le cose da fare in barca non mancano e essendo un perfezionista, i “lavoretti” durano tanto.

A terra ho selezionato (con l’aiuto delle ragazze da remoto) il tatuatore! Eh sì un tatuaggio polinesiano fa parte del giro del mondo; si chiama Avaiki Patoo, è un ragazzo giovane e mi piace come disegna. Comunque aspetto la Lauretta per decidere e inizio i preparativi per accoglierla sul Tipota dopo due settimane per lei molto difficili.

One Comment

  1. Paul Rutt

    Great anchor positioning!

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