
Dopo una bellissima veleggiata arriviamo a metà pomeriggio nella baia di Atuona, a sud di Hiva Oa.
La baia è costituita da una grande ansa che si apre sul paese mentre sul lato destro si apre un cul de sac che chiamano “porto” protetto un pochino da una diga foranea. Riusciamo a trovare un posto e buttare ancora nella parte interna anche se a fatica e comunque si balla tantissimo a causa di una forte risacca.
Andiamo a terra ma il taxi che avevamo prenotato ci pacca: sono 4 km fino al centro per cui facciamo l’auto stop e ci caricano subito…pare sia una pratica molto comune qui. Le persone del posto sono molto cordiali, chiacchierano volentieri e aiutano.
E finalmente, dopo quasi un mese siamo fuori a cena!! siamo nel posto migliore dell’isola che si chiama Moka o Mango che in realtà ha tovaglia e sedie di plastica ma tante lucine colorate e per noi è di super lusso.



Alla sera gira il vento e noi ci avviciniamo pericolosamente ad un barchino giallo che non si muove come tutti gli altri per cui Fabio dorme fuori per ogni evenienza e il mattino ci spostiamo all’esterno della diga foranea dove si balla ancora di piu’. Sembra di essere in navigazione.
La mattina successiva sempre con l’autostop andiamo alla gendarmerie per fare l’ingresso in Polinesia Francese. Avendo già sottomesso il form on line la procedura è molto veloce e abbiamo il timbro sul passaporto. Bisogna poi andare una piccola tassa al comune per l’utilizzo dell’acqua ecc.
Andiamo quindi a vedere il museo dedicato a Paul Gaugain che qui ad Atona è pure sepolto.
Gaugain, oltre ad avere vissuto a Parigi gli anni dell’impressionismo e aver dipinto insieme a Van Gogh, ha anche viaggiato molto, lavorando alla costruzione del canale di Panama e vivendo in Martinica e a Tahiti.
Ha finito poi i suoi giorni proprio qui ad Atona dove viveva in una casa chiamata “casa del piacere” ( e dice tutto!) situata fra la chiesa e la missione che a lui, essere molto polemico, ha fornito motivo di grandi diatribe paesane.
Sono esposte diverse opere (sono tutte copie) e si puo’ entrare nella sua casa del piacere.






Andiamo poi a fare la spesa nell’unico market… qui , oltre alle cipolle ci sono anche le carote e le comperiamo (uauuuu…). Ci dicono che il cargo con i rifornimenti arriva fra due giorni ed è per questo che non c’è nulla di fresco in giro.
Passiamo una notte molto agitata, manco fossimo in navigazione con 20 nodi di vento. Questo è proprio un brutto ancoraggio.
Dato che qui c’è un benzinaio abbastanza vicino, decidiamo di riempire il serbatoio che è sceso al 85% a causa dell’utilizzo del generatore.
Andiamo dunque a terra e riempiamo 5 taniche di gasolio in due viaggi. Che lavoraccio! Inoltre nel momento di caricarle in barca una ci cade pure in acqua ma per fortuna galleggia. Riportiamo cosi’ il serbatoio al 100% e ci teniamo due taniche di scorta.



Per andare a prendere Giovanni Corbellini (che passerà con noi il tempo alle Marchesi) all’aereoporto noleggiamo una macchina perchè costa meno che prendere il taxi. Sono solo una decina di chilometri in mezzo a vegetazione verdissima che cambia con l’altitudine fino a che le conifere prendono il posto delle palme.
Andiamo poi a pranzo sempre da Moko o mango dove ormai ci chiamano per nome ed incontriamo l’equipaggio del catamarano che è affondato 3 giorni fa al largo di quest’isola. Sono stati in acqua per 7 ore in pigiama su 2 sup fino a che non sono stati avvistati da un peschereccio. Hanno ora ottenuto i passaporti e ritornano a casa…. non so se riprenderanno a navigare
Giovanni ha due valigie enormi per un totale di 46 kg: è tutta roba nostra che gli abbiamo fatto consegnare a casa piu’ un bel po di leccornie che ha aggiunto lui….. davvero un cinema caricarle in barca dal tender.
Molliamo immediatamente gli ormeggi e lasciamo questo ormeggio che ci sta antipatico: 9 miglia fino alla prima baia di Tahanarava sull’isola di Tahuata dove arriviamo in tempo per un fantastico tramonto. Apriamo le valigie e sembra Natale perchè quasi non ci ricordiamo piu’ tutte le cose che abbiamo fatto consegnare a casa di Giovanni: una pompa, lenzuola, maschere per il viso, taralli, guanciale, vitine, gommini, ecc ecc



4 Comments
Siete meravigliosi ❣️un esempio per tutti!
We don’t call them “Visitors”. On Not All There they are called “spare-parts mules”! Great read.
Just beautiful, keep posting my dear friends
Es macht so viel Freude, eure Berichte zu lesen … Man ist fast dabei. Danke für diese wunderbare Möglichkeit mit Euch die Welt zu erkunden.